Nel 2015 il Liceo classico ha compiuto i suoi primi 50 anni!
50 anni di liceo classico statale a Pordenone
Articolo del professor Cristiano Riva
… “Nulla ha turbato il regolare svolgimento delle lezioni nell’anno scolastico 1964/65. Iniziate il primo ottobre 1964 con orario ridotto nella prima settimana, si sono concluse il 12 giugno 1965. L’orario, come sempre negli anni precedenti, è stato unito dalle ore 8:30 alle 13:30 con intervallo di dieci minuti dopo la terza ora di lezione e lieve contrazione delle due ultime ore per offrire la possibilità agli alunni residenti nei paesi limitrofi di raggiungere in tempo utile la stazione ferroviaria o quella delle corriere. Nessuna ispezione ha avuto luogo durante il periodo delle lezioni. Un’ispezione ai locali della sede scolastica ha avuto luogo il 14 luglio durante lo svolgersi delle prove orali degli esami di maturità. Nei primi giorni del mese di agosto è stata notificata l’istituzione, con provvedimento ministeriale in corso, del liceo ginnasio statale in Pordenone con decorrenza dal primo ottobre, in luogo del funzionante liceo ginnasio comunale L.R., di cui la classe quarta ginnasio era già stata statalizzata dal primo ottobre 1964 e ha funzionato quale sezione staccata del liceo ginnasio statale “J. Stellini” di Udine.” …
Questo testo costituisce l’introduzione alla relazione che in data 30 settembre 1965 la preside dell’allora liceo ginnasio comunale inviò al sindaco di Pordenone, come bilancio conclusivo dell’anno scolastico 1964/65 e dei suoi undici anni di presidenza del liceo. Il passaggio dall’autorità comunale a quella statale era già stato annunciato nella seduta del collegio docenti del 31 agosto 1965, tenutosi alla presenza del commissario di governo prof. Arturo Toso:
“… inoltre, nella sua qualità di preside, la prof. Pederzani Pedretti, in relazione alla istituzione del liceo ginnasio statale con inizio dal primo ottobre 1965, ha dato lettura del foglio del provveditore agli studi del circondario, n. 6963/c-7° del 24-8-1965 in cui si dà notizia della sopra detta istituzione con conseguente cessazione di funzionamento dell’attuale liceo ginnasio comunale, e invita il personale docente, che aspira alla conferma dell’incarico d’insegnamento, a produrre domanda entro il 16 settembre 1965”……
Pordenone allora non era ancora capoluogo di provincia e il provveditorato circondariale, proprio a decorrere dal 20/03/1965, era entrato in funzione con piene competenze con il d.m. del 17/10/1964 (pubblicato sulla gazzetta ufficiale n. 21 del 26/01/1965).
Come un giardiniere
Articolo del professor Sergio Chiarotto
L’attività di chi opera nella scuola è simile a quelle di un giardiniere, di un contadino: ogni anno si ripete il ciclo stagionale, si ripetono i lavori di semina, di cura, di raccolto; ma ogni anno le piante sono nuove, le stagioni diverse ed ogni anno il giardiniere-contadino-professore deve ripetere gesti consueti con animo nuovo, con nuove varianti e invenzioni. La metafora del giardiniere fra l’altro è celebre nella pedagogia per ricordare che i docenti non creano i fiori, non ne sono i padroni perché i fiori hanno una loro natura, un loro destino: il docente è appunto il giardiniere che li ama, li pota, li coltiva, per consentire loro di manifestarsi con tutto il proprio splendore. La vita del giardiniere–professore non è ripetitiva, non è monotona; oltre al rinnovamento di anno in anno degli alunni, dei fiori, alle volte intervengono eventi occasionali, “rischiosi ed emozionanti” come diceva Pasolini, che danno ai ricordi di una vita passata a scuola un sapore di grande gratitudine.
In “sei pezzi brevi” si vogliono riproporre alcune ragioni di questa gratitudine.
Le campane di San Marco per il certamen leopardiano
Era una bella mattina di primavera con un sole che a tratti compariva fra le nuvole viaggianti nel cielo; la piazzetta San Marco che si stende fra il duomo e il campanile era stata trasformata in un teatro a cielo aperto gremito di studenti, autorità, genitori. Sul palco ampio e solenne la docente di latino e greco, alta, bella, elegante, annunciò al microfono: “il primo premio del certamen leopardiano organizzato e celebrato dal liceo classico Leopardi di Pordenone in occasione del secondo centenario della nascita del poeta…”
Non andò più avanti perché già le sue ultime parole erano state solennemente coperte dal suono intenso e festoso delle campane del campanile che incombeva sulla piazza per ricordare che era giunto mezzogiorno. Dopo qualche istante di sorpresa il pubblico volle cogliere in quel suono la sottolineatura festosa dell’evento e lo accompagnò con un vivace applauso. La cerimonia naturalmente proseguì: il premio fu assegnato ad una studentessa di un liceo scientifico di Mestre.
Dodici anni al classico di Pordenone
Articolo del professor Angelo Luminoso
Assunsi la presidenza del liceo classico di Pordenone nel 1977, dodici anni dopo la trasformazione in statale del liceo classico comunale e, come sappiamo, gli anni ’70 sono stati un passaggio epocale di molte speranze e di molte tempeste: emergevano nuove forme di cittadinanza e, per la scuola, funzionavano, dall’anno 1974-75, gli organi collegiali, con la partecipazione dei genitori e degli studenti ai consigli di classe e al consiglio d’istituto, un organo di nuova istituzione. Già il 16 marzo del ’78, mi trovai “coinvolto” nel rapimento dell’onorevole Aldo Moro: e sì perché, subito dopo la diffusione della notizia, un giovane docente incaricato annuale (oggi si dice precario), visibilmente agitato, mi tenne sotto assedio, dicendomi che non potevamo rimanere indifferenti di fronte a quel tragico evento, che dovevamo fare qualcosa.
Ma in qual modo e a qual fine? Gli promisi che, ormai prossimi alla ricreazione, avrei preso una decisione con tutti i docenti presenti. E così fu: informammo del rapimento gli studenti, riuniti nei corridoi, e chiudemmo così la mattinata.
Dei dodici anni, in cui tenni la direzione del liceo classico, desidero ricordare l’impulso culturale che, sin dall’inizio, mi proposi di avviare, ovvero l’aggancio con l’università. Rientrano in questo progetto gli incontri degli studenti con i latinisti Emilio Pianezzola e Giorgio Bernardi-Perini, lo storico dell’antichità Franco Sartori, lo storico del medioevo Giorgio Cracco e lo storico della medicina Loris Premuda, dell’università di Padova, il latinista Alberto Grilli dell’università di Milano, lo storico del diritto romano Carlo Venturini dell’università di Pisa, il grecista Carlo Corbato, l’italianista Bruno Maier e lo storico contemporaneo Fulvio Salimbeni, dell’università di Trieste e ancora, grazie alla professoressa Carla Mazzadi, col fisico Attilio Forino, dell’università di Bologna.
Si trattava di una visione culturale della scuola nella quale sono da comprendere un convegno, del 30 aprile 1984, sull’intervento della forza di pace italiana in Libano, con una relazione del tenente colonnello Sergio Carnevale e di alcuni militari di leva che avevano partecipato alla missione, e di due convegni sulla Grande Guerra: il primo, nel 1987, con il capo dell’ufficio storico dello stato maggiore dell’esercito, generale Gian Luigi Bertinaria, sulla dodicesima battaglia dell’Isonzo (Caporetto), il secondo, nel 1988, con il generale Bertinaria e i professori Salimbeni e Pullini sugli aspetti militari, politici e letterari della guerra.
Ultima revisione il 24-02-2024